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I Barbari di Baricco

Posted by satiro su 26/10/06


bw.jpgOdio Baricco. Ho letto abbastanza sue cose da sapere che lo odio. Il mio odio per lui nasce da due essenziali ragioni, la prima è che quasi tutto ciò che scrive è in un dannatissimo bianco&nero. Non il bianco e nero del Sin City di Miller, quello è del tutto rispettabile, un bianco e nero solo bianco o solo nero; un bianco e nero che distingue esattamente il bene dal male anche se questi si intrecciano in regioni sempre più minute dello spazio, come in un frattale, come in alcuni disgni di Escher. Il bianco&nero di Baricco sono tonalità di grigio e, purtroppo, anche poche: quasi un grigio&grigio, come una trasmissione a colori vista su una vecchia TV, appunto in bianco e nero.

La seconda ragione del mio odio è ancor più profonda. E’ la stessa ragione che mi porta ad odiare, alle volte, scrittori di storie come Leiji Matsumoto e Akira Toriama. Il secondo, forse più noto alla massa del primo, è l’autore di DragonBall: lo odio proprio per DragonBall. Ad esser sinceri trovo Goku un personaggio simpaticissimo, trovo le sue avventure entusiasmanti e i disegni del cartone più che piacevoli: il problema è la lentezza. Scene che durano secondi, che si sommano in minuti e diventano un cumulo insopportabile di puntate in cui non accade nulla o quasi nulla. Baricco si comporta in modo simile, ma il suo peccato è, probabilmente, ancor più grave; lui, spesso, ha delle belle idee ma, pare, non abbia alcun interesse a cominicarle e si dedica ad una scrittura che ingenuamente (o meglio incoltamente) chiamo stream of consciousness. Scrive cioè quel che gli viene in mente sperando prima o poi di arrivare al cuore dell’argomento. Non che segua un percorso volutamente lungo, figurativamente a “spirale”, che porti il lettore per mano fino dove lui vuole; lui naviga a vista parlando delle sue emozioni: è il lettore che deve farsi carico di cercare la bellezza cristallina delle idee di cui parla. E’ troppo facile scrivere così.

Ho intrapreso da poco la lettura dei Barbari ed il mio odio per Baricco sta tornando nuovamente alla luce. Mi chiedo perchè delle idee così brillanti sulla cultura e la società debbano essere espresse in modo così pigro? Mi piacerebbe stampare il saggio (è on line, se cliccate su “Barbari” poche righe su c’è il link) e segnare le parti salienti per farne un riassunto ma per far questo dovrei prima trovare le risposte a domande che non so ancora formulare chiaramente.

21 Risposte to “I Barbari di Baricco”

  1. ilcrea1 said

    A me Baricco non piace e non sono d`accordo su Toriyama (montagna degli uccelli), visto che e` piu` nell`anime e non nel manga la lentezza “beautifulliana” di cui parli.
    Poi, se non ti piace, perche` lo leggi? Masochismo culturale?

  2. francesco said

    ciao, mi fa ridere il modo in cui dici “odio baricco”
    e’ davvero simpatico…in un certo qual modo anch’io lo odio, per ragioni diverse…io lo odio perché e’ troppo “people”, troppo popolare, si prende troppa cinfidenza coi lettori che in realtà non conosce…ti parla come se fosse tuo fratello…

    pero’ non sono d’accordo sulla tua osservazione riguardante come scrive…il flusso di conscienza…
    credo infatti che il futuro della scrittura stia in questo. il racconto e’ morto. il saggio pure.
    e basta dire che si deve limitare questo pensiero alla poesia. NO.
    i saggi, il giornalismo, fino alla scienza.
    quello che tu trovi confuso, e’ in realtà secondo me ricco di contenuti sfuggenti, come fiori colorati… e fare un riassutnto? che tristezza sarebbe ridurre a riassunti…perderesti la metà dei contenuti…baricco tu butta in bocca cose, poi tu reagisci…questi sono i veri contenuti…
    ti invito a visitare http://www.algomas.net per capire meglio di cosa parlo, se ti interessa…

    grazie
    francesco

  3. “Baricco si comporta in modo simile, ma il suo peccato è, probabilmente, ancor più grave; lui, spesso, ha delle belle idee ma, pare, non abbia alcun interesse a cominicarle e si dedica ad una scrittura che ingenuamente (o meglio incoltamente) chiamo stream of consciousness.”

    Si chiama “ispirazione” la foga nello scrivere, nell’andare avanti per pagine senza tornare indietro a rileggere mai, dicendo tutto e niente, perchè non è ragionato… Non è una storiella scritta per essere detta, è un’emozione scritta per essere vissuta. Cosa c’è di più bello? Cosa deve scrivere la gente? Favolette?

    “Scrive cioè quel che gli viene in mente sperando prima o poi di arrivare al cuore dell’argomento. Non che segua un percorso volutamente lungo, figurativamente a “spirale”, che porti il lettore per mano fino dove lui vuole; lui naviga a vista parlando delle sue emozioni: è il lettore che deve farsi carico di cercare la bellezza cristallina delle idee di cui parla. E’ troppo facile scrivere così.”

    Ma scusa, ma tu l’hai davvero letto letto un libro di Baricco? Eheh

  4. Lex [OPS] said

    Chiedo scusa se mi intrometto in una discussione che, forse, non mi appartiene, ma mi piacerebbe precisare che non necessariamente l’ispirazione significa assenza del senso di trama e che scrivere di getto è una gran bella cosa, ma tornare in dietro e rendere il tutto più coerente attraverso le correzioni non equivale a scrivere favolette, è bensì espressione di rispetto verso i propri lettori. Sul cosa c’è di più bello lascio rispondere il Satiro per il quale l’estetica è linfa vitale.

    A me sembra, inoltre che il post sia sublimazione di un odio che equivale all’apprezzamento e non una sterile stroncatura.

  5. Quoto Lex.
    “Scrivere di getto è una gran bella cosa, ma tornare indietro e rendere il tutto più coerente attraverso le correzioni non equivale a scrivere favolette, è bensì espressione di rispetto verso i propri lettori.”
    Non potrei essere più d’accordo.
    Con ciò, lascio il discorso su Baricco a chi ne sa più di me, non voglio parlare di ciò che conosco troppo poco.

    Voglio solo dire, e a questo ci tengo, che il racconto NON è morto, il romanzo neppure. Se con questo vogliamo dire che nessuno ha più storie da raccontare.

    Storie che non siano pretesto, ma motivo principale per raccontare emozioni. L’antitesi fra «emozioni scritte per essere vissute» e «storielle scritte per essere dette» non l’accetterò mai. Il flusso di coscienza, l’emozione scritta per essere vissuta, per me non può prescindere da una storia. Dall’essere incarnata in una storia dove male, gioia, dolore, qualsiasi emozione umana prendano senso e motivo di essere.

    Chi non sa raccontare storie, per me non vale la pena di essere letto (ripeto che non sto parlando di Baricco che conosco troppo poco e troppo male). Per me è così. Per me che ho tanti limiti, per me che cerco storie nei libri, nei fumetti, ma anche nelle poesie, nelle canzoni e nei quadri, che non so godere la musica senza una storia dietro.
    Per me che credo ancora, con tutta me stessa, in quest’arte: raccontare storie. Favole, anche, se vogliamo. Raccontare favole è un’arte anche più difficile che raccontare storie ambientate nel mondo reale. Chi ci riesce, i pochi che sanno davvero farlo hanno tutta la mia ammirazione.

    Da poco ho finito un romanzo di Dennis Lehane, Shutter Island, mal tradotto in italiano come l’isola della paura, ed ho pensato «che bella storia». «Che grande storia».
    Io che sono cresciuta con Cain, Simenon, Greene, Wilder, Remarque, Maugham, ecc. ecc. ho pensato “che bello, un’altra storia”.
    Il romanzo non è morto.
    Non morirà fino a quando ci sarà chi avrà voglia di raccontare storie per il semplice gusto di farlo, e chi avrà voglia di starle a sentire, chi non avrà paura di andare a cercare le belle storie in mezzo ai generi minori, disprezzati, alle “favolette” che non siano puri esercizi di stile, ai classici del passato, a quelli del presente, siano essi romanzi, opere teatrali, film, racconti, fumetti, canzoni, ecc.
    Da Sofocle a Maugham, da Dostoevskij a Pennac, da Lehane a Carlotto a De André a Miller, Claremont, Giardino…
    Storie più belle e meno belle, storie da criticare, da odiare, da trovare stupide o splendide.
    Storie.
    Il giorno che non avrò più storie da leggere, storie da pensare, per me sarà una specie di morte peggiore di quella vera. Ma fido di morire prima che accada 😉

  6. satiro said

    Carissimo echo il tuo sito è orrendo.
    Giusto così, per dirti come è bello scrivere quello che mi viene in mente.
    Poi non mettere mai più in dubbio la mia parola. Non lo sopporto. E questo chiude il discorso perchè chi mi insulta (dandomi del bugiardo) non merita ulteriormente la mia attenzione.

  7. Lex [OPS] said

    È una ragazza.
    Io il sito non l’ho trovato orrendo. Era caotico, ma penso fosse un effetto in parte voluto.

  8. Perchè dai per scontato che i modi di scrivere debbano essere sempre gli stessi? C’è chi non ha nessun piacere nello scrivere in maniera semplificata, strutturata, c’è chi scrive storie che hanno un inizio e si arriva logicamente a una fine e chi no. Baricco scrive come scrive Baricco. Magari “non spera di arrivare al cuore dell’argomento”, ma vuole arrivarci in questo modo. Sono gusti, sono attitudini. E’ lui che scrive in bianco o nero o sei te che vedi tutto così? Raccontare o scrivere non ha canoni, non ha strutture, ognuno lo fa come meglio crede o come meglio si sente. Tra il non apprezzare il modo di fare di qualcuno e giudicarlo ce ne passa. Ma di mio penso che nessuno sia all’altezza di giudicare nessuno. Tutto è personale.
    Meno male che le persone sono diverse.
    E meno male che Baricco è meno infantile quando scrive quello che gli viene in mente.

    FINE, si parla con persone con cui può esserci un confronto costruttivo, non con gente così.

    [Lex: non intendevo dire che seguire una logica pratica significhi scrivere favolette, era una polemica a quello che lui diceva.]

  9. Lex [OPS] said

    Tranqulla, avevo capito che era una provocazione e da provocazione ho risposto. Tra l’altro, come Fadette, non ho nulla contro le favole: esistono versioni delle favole tradizionali (pre-Grimm per intenderci) cupe ed inquietanti come il miglior Gaymann.

  10. Ciok [OPS] said

    ma Echo, scusami, non è normale che un lettore giudichi ciò che legge? E se “non apprezzi” qualcuno lo GIUDICHI, mi sembra. O mi sfugge qualche sottigliezza semantica? Lo giudichi brutto, o non bello, o non significativo, o non pertinente ecc. Insomma trovi che stoni rispetto ai tuoi (legittimi) gusti, no?

  11. daniele said

    c’è una frase celebre che dice:”non importa come parlate di me l’importante è che ne parliate”
    Baricco potrebbe dirvi lo stesso non trovate? (rivolto a tutti coloro che hanno lasciato un commento
    questo nn c’entra con l’argomento in questione ma mi sembrava giusto dire quello che ho detto

  12. artinside said

    Dici che hai appena inziato a leggerlo (a quest’ora l’avrai finito)…Anche a me non piaceva molto Baricco per tante delle considerazione espresse dai tanti interventi, ma i barbari è un buon lavoro e chiarisce in maniera efficace diversi aspetti della nostra società attuale. letto con attenzione può indirizzarci, secondo me, verso una migliore comprensione di ciò che ci sta succendendo….

  13. giovanna nobile said

    Baricco è lo “stilista della scrittura”. A parte il suo NOVECENTO che cattura e fa sentire il respiro dell’Oceano quasi come lo sente il protagonista poi il resto è un compiacersi delle proprie idee e delle proprie emozioni (Seta, Oceano mare ecc…). Baricco si dovrebbe “sentire” e non capire. E’ come se lui scrivesse per se stesso disdegnando di sapere se ciò che scrive “passa”. I BARBARI credo sia geniale per quell’ottica trasversale di vedere una società che cambia che si sta stravolgendo (e per il Nostro è positivo che ciò avvenga). I suoi libri non hanno un’anima ma solo un cervello. Un bel cervello che resta tale mentre in molti (tra questi chi scrive)è ancora alla ricerca di conservare la propria “anima”. La sofferenza dell’uomo è proprio nel perdere a poco a poco i propri punti di riferimento ma a Baricco questo non interessa.

  14. jonata said

    il problema è che nessuno sa scrivere come lui, è geniale, intuitivo, appassionato, sorprendente, come pochi scrittori
    i barbari è un libro verità, dovrebbero leggerlo i giovani di oggi, è un elogio della fatica, per me è stato illuminante, profondo, indaginoso, panoramico, lui ci conosce e ci sa descrivere, è un grande scrittore, non ci sono dubbi, possiamo solo invidiarlo, ha un grande dono, sa scrivere e sa cosa scrivere.

    il

  15. Paoletto said

    Baricco lo odio anche io.
    E’ così irritante, viscido,e autocelebrativo da far venire la nausea.
    Arriva addirittura a citarsi da solo!
    In Seta Baldabiou diceva “Un giorno ho conosciuto un tizio che si fece costruire una ferrovia tutta dritta…”, il signor Rail in Castelli di Rabbia.
    Mi da tanto l’impressione di godere di un’autostima esagerata!
    Ok la smetto, tanto più che potrei definirmi dapprima invidioso di lui e dopo, forse, insofferente.
    Diciamo la verità: il suo stile sciolto, così user-friendly, come dice Francesco due post più in basso, è arritante e accattivante allo stesso tempo.
    Ok, è narrativa spicciola per lo più la sua: affascina perchè di facile comprensione, eppure nelle sue spirali descrittive ti ci aggrovigli di gusto e poi arrivi al punto che te la butta lì, la genialata, e tu non puoi far altro che fermarti a contemplare basito.
    Questi Barbari li ho acquistati oggi, incuriosito dal tema.
    Ho letto un saggio di Zygmunt Bauman, Vita liquida, che tratta proprio la questione di come sia mutevole la società moderna.
    Il rigore, troppo scientifico, con cui vengono trattati gli argomenti purtroppo rallentava spesso la lettura.
    Voglio immaginare che Baricco si lasci scorrere molto più semplicemente.
    Vi farò sapere…

  16. ENZO said

    IO INSEGNO DA MOLTI ANNI NELLA SCUOLA SUPERIORE,MI DICONO CHE SONO ABBASTANZA BRAVO NEL MIO MESTIERE,HO SUFFICENE ESPERIENZA NEL SAPER GESTIRE UNA CLASSE OTTENENDO ATTENZIONE E RISPETTO DEL RUOLO,VENGO SEMPRE INSERITO NELLA RITRETTA ROSA DI INSEGNANTI A CUI AFFIDARE LE COSIDDETTE CLASSI “DIFFICILI”,MA LO SCORSO ANNO HO HAVUTO UNA CLASSE DI PERSONE CHE NON HO COMPRESO..TUTTI BRAVI RAGAZZI (PER COME POSSONO ESSERLO DEI RAGAZZI DI 17 ANNI)MA CHE SEMPLICEMENTE NON ERANO INTERESSATI AD APPROFONDIRE-IO INSEGNO CHIMICA IN UN ISTITUTO PER CHIMICI,TUTTI I MIEI COLLEGHI
    DELLA CLASSE,INDIPENDENTEMENTE DALLA MATERIA ,DAL CARATTERE, METODO ECC. ANNO OTTENUTO LA STESSA COSA… PRATICAMENTE NIENTE.IL RISULTATO? 10 BOCCIATI SU 21 STUDENTI E CON LE OVVIE INGIUSTIZIE CHE DECISIONI DEL GENERE COMPORTANO.VISTO I VOTI DEI MIEI COLLEGHI AVREI DOVUTO SENTIRMI TRANQUILLO MA SENTIVO CHE QUALCOSA MI ERA SFUGGITO…
    LEGGENDO IL LIBRO DI BARICCO HO COMINCIATO A COMPRENDERE COSA..E HO COMINCIATO AD AVERE PAURA,PAURA DI NON FARCELA..NEL MIO MESTIERE SE VUOI OTTENERE DEI VERI RISULTATI DEVI ESSERE IL CAPITANO…MA QUANDO SCOPRI CHE LA NAVE E CAMBIATA COME SI FA? INTANTO HO COMINCIATO HA FARE SURFING POI VEDREMO.
    PS:SI POSSONO ODIARE DEGLI STRUMENTI? IO CREDO CHE I LIBRI E CHI LI SCRIVE SIANO STRUMENTI,LENTI CON OTTICHE DIVERSE CON CUI OSSERVARE IL MONDO,COME SI PUO ODIARE QUESTO?
    -MI VIENE IL DUBBIO CHE LEGGENDO BARICCO TU NON OSSERVI CON I SUOI OCCHI, MA SOLO CON I TUOI, E ALLORA PERCHE LEGGI QUELLI CHE ALTRI SCRIVONO SE NON SEI DISPOSTO A CAMBIARE LENTI?

  17. Lo said

    Innanzitutto che bella discussione! Davvero. Non mi capita spesso di rintracciare una sfilata di commenti tanto precisi. Mi intrometto perchè questo libro mi ha stuzzicato l’appetito. Ho visto Baricco in una rassegna piemontese, a Novello, chiamata Collisioni. Parlava dei Barbari. Così ho comprato il libro, piccino, che è volato. Ma quì non stiamo parlando di questo, no?
    Credo che la critica iniziale sia basata su una personale avversione stilistica, cosa che può essere un problema se i contenuti interessano. Leggere i suoi romanzi è stare davanti ad un esperimento. L’uso delle parole, della punteggiatura, lo stravolgimento delle canoniche regole di narrazione ha molto di comune al mondo…lirico. Pop-lirico. l’ho buttata li. Sullo scrivere “facile” non sarei così sicura perchè la scioltezza totale è un pietra, un cristallo nascosto tra molti terreni già battuti e sicuri.Lui lo cerca in modo antico(il cristallo) poi lo trova; ed ecco il suo stile, Barbaro.

  18. satiro said

    Torno dopo epoche sulla cosa. Non mi interessa più molto, non ho cambiato idea su Baricco nè sui suoi Barbari che alla fine finii.
    Mi colpisce che, non volendo e non potendo volere ‘chè il libro l’avevo appena iniziato, scrivevo in modo molto “babarico” mettendo insieme in un solo discorso fumetti giappa ed americani, arte europea e, con la dovuta cautela, il buon vecchio James.

    Va bene esprimere le proprie idee, i commenti sul blog servono a questo, ma qualcuno, le similitudini iniziali, le ha ragionate?

  19. dtm said

    E’ incredibile girare per il web e trovare solo commenti negativi. Mah. Tra l’altro, sicuri d’averlo capito il libro? E’ illuminante. Quanto al modo di scrivere, adoro esattamente quello che odiate: usare la scrittura come arte estetica e non per comunicare idee.
    Ma si parlava dei Barbari, e lì lo stile cambia.
    La butto lì: ce l’avete su co’ gli esempi che fa. Troppo lunghi. Troppo persi. Eppure a me son sembrati troppo pochi, alla fine.
    … uno che mi spieghi se e perchè son cazzate quelle scrive no, eh?

  20. Gianluca said

    @ satiro
    quoto:
    “Mi colpisce che, non volendo e non potendo volere ‘chè il libro l’avevo appena iniziato, scrivevo in modo molto “barbarico” mettendo insieme in un solo discorso fumetti giappa ed americani, arte europea e, con la dovuta cautela, il buon vecchio James.”

    Io ho trovato i “Barbari” un libro a dir poco geniale..

    Saluti

  21. clickclick said

    A Proposito di Baricco, trovandomi in disaccordo con molte delle sue idee, ho pensato semplicemente di controbatterle…
    vi invito alla lettura

    http://hcgeneration.blogspot.com/2009/12/lettera-aperta-baricco-oltre-i-barbari.html

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